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ste eccoti servita
Abbiamo voluto dare forma al desiderio, concretizzare i sogni, precorrere i tempi, pizzicare i nervi di quanti la attendono: ecco, una succulenta anticipazione dell’Alfa Romeo MiTo GTA.
Luca De Meo, AD di Alfa Romeo, ha già detto che presto sarà tra noi. Ad accrescere ancora di più l’emozione per l’attesa sarà il suo potenziale prestazionale, davvero elevato: l’Alfa MiTo GTA farà del suo 4 cilindri turbo di 1.750 cc da 230 CV, con iniezione diretta di benzina, fasatura variabile della distribuzione, l’arma vincente per il suo successo, per farsi “portatrice sana” di forti emozioni; (De Meo stesso ci stuzzica con alcune dichiarazioni: “prestazioni mai viste su una vettura di 4 metri”; oppure: “da 80 a 120 km/h se la gioca con l’8C Competizione”). Infatti, dati tecnici alla mano, la Mini Cooper S John Cooper Works by BMW (200 CV) appare già spodestata. Il confronto naturalmente si allargherà ad altre soubrette più o meno celebrate: Renault Clio RS (200 CV, Opel Corsa OPC (190 CV). Per lei ci si aspetta, quindi, un pieno di tecnologia, logica conseguenza del già valido corredo delle altre versioni dell’Alfa Romeo per il segmento B. In tal senso, heritage, immagine sportiva e caratteristiche tecniche sono gli ingredienti (forti) su cui si baserà la determinazione del prezzo. Del resto, sarà importante cercare di battere la Mini. Si potrebbe quindi azzardare un prezzo d’acquisto vicino ai 30.000 euro.
TRA PASSATO E FUTURO Dalle indiscrezioni che abbiamo raccolto, è emerso uno scenario particolarmente interessante. Le già compatte dimensioni della piccola Alfa acquisiranno sulla versione GTA una tonalità ancora più sportiva grazie al deciso allargamento dei passaruota, la cui impronta “racing” sarà ulteriormente accentuata da ruote in lega sovradimensionate con pneumatici super-ribassati. Anteriormente, inoltre, la grande somiglianza con l'Alfa 8C sarà ancora più marcata con l’introduzione di sfoghi d’aria laterali che precedono i parafanghi anteriori e con qualche particolare sfizioso: i due baffi sotto i fari antinebbia, la cromatura che corre sulla parte sommitale della grande presa d’aria anteriore che, con il grande scudo, forma l'ormai classico "trilobo" Alfa. Davanti alla porta anteriore, in basso, uno sfogo d’aria per il calore del motore (licenza poetica presa dalla sorella maggiore 8C).
Ma la super MiTo avrà il non facile ulteriore compito di trasmettere e tradurre in realtà i contenuti della filosofia “GTA” (Gran Turismo Alleggerita) una sistema di valori dal sapore antico e con radici profonde nella storia del Biscione; logico quindi che l’Alfista “doc” si aspetti moltissimo da questa vettura e per questo la strategia di marketing/comunicazione del brand dovrà tenerne conto. Al riguardo sarebbe di buon auspicio l'uso del quasi dimenticato "Quadrifoglio Verde", emblema della Squadra Corse Alfa Romeo negli Anni '30, e logo delle Alfa più cattive dagli anni '60 fino ai primi anni '90.
Ma GTA vuol dire tanto altro. E' una storia avvincente, nata nei primi Anni 60 e che abbraccia un momento preciso della storia sportiva Alfa: l’avventura dell’Autodelta, la nascita di alcuni modelli da corsa oggi leggendari, la fama conquistata dai suoi motori straordinari, la conquista di un’innumerevole serie di successi sportivi.
In quel periodo l’Alfa, nel decidere di affacciarsi nelle corse in categoria Turismo, affidò la gestione del progeto all’Autodelta di Udine, che nel ’63 si spostò a Settimo Milanese alle porte del capoluogo lombardo e, nel diventare ufficialmente la dependance sportiva dell’Alfa (come l’Abarth lo divenne per Fiat), fu affidata alla direzione di uno dei mostri sacri del motorismo sportivo italiano: l’ing. Carlo Chiti. Sotto la sua guida nacquero le Giulia TZ1 e l’ancora più portentosa TZ2 con carrozzeria Zagato (la "250 GTO dell’Alfa") e nel 1965 la Giulia GTA (Gran Turismo Alleggerita), sviluppata a partire dalla Giulia Sprint GT di Bertone, vera mattatrice delle corse e che permise all’allora “Casa di Arese” di vincere numerose edizioni dei campionati della categoria Turismo (Italia, Inghilterra, Europa…). La filosofia sportiva del marchio GTA riprese negli Anni '90 con la 155 GTA, una straordinaria mietitrice di vittorie, in Italia e nel DTM tedesco, a cui non fu mai affiancata una versione prodotta in serie.
Dopo quegli ultimi successi, sul finire del millennio, il logo “GTA” fu riconvertito al commercio: alla 156 che vinceva nella categoria Turismo furono affiancate le 147 e 156 GTA, che con il pachidermico motore V6 3.2 (ultima evoluzione del sei cilindri "Busso") e i 250 Cv scaricati tutti "davanti", quasi perdevano le grandi doti dinamiche che caratterizzavano le versioni borghesi, risultando agli occhi dei puristi della guida quasi un affronto alla tradizione del Biscione.
Insomma, nonostante lo scenario generale appaia nebuloso (il mercato è in seria contrazione), ci sono grandi novità sulle quali tutto il management FIAT sta scommettendo molto e questo nonostante qualche "macchiolina": la Fiat Bravo viaggia con particolare "lentezza", mentre la Lancia Nuova Delta non è riuscita a scalfire il rigorismo passionale inglese, uno dei mercati obiettivo del nuovo modello. E nonostante il futuro del Gruppo sia tutto in divenire, FIAT sta lavorando molto (vedi l'accordo con BMW) per connotare adeguatamente tutta la sua “segmentazione” di mercato: Alfa Romeo è partita alla grande con l’8C Competizione Coupé e Spider (aspettando una 8C Competizione GTA), mentre Abarth, in questi giorni, sta consegnando ai primi bagni di folla ufficiali la rediviva 500 Abarth, modello cardine per il suo rilancio. La prossima carta da giocare sarà, appunto, la MiTo GTA.
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